Severin Luthi: “Roger Federer si gode la vita dopo la sua carriera” (Fornito da Sport World News)
L’ex allenatore di Roger Federer, Severin Luthiche ha allenato il Maestro svizzero dal 2007 fino alla fine della sua carriera, ha dichiarato in un’intervista a Blick che il tennista svizzero avrebbe giocato ancora se avesse potuto. Luthi, allenatore svizzero dell’anno nel 2017, ha parlato della vita di Federer dopo suo ritiro, dicendosi felice per la possibilità del 20 volte campione Slam di dedicare il suo tempo alla sua famiglia o a fondarlo. Ha spiegato: “Si gode la vita dopo la sua carriera.
È sempre stato un campione del mondo nel trarre il meglio da una situazione, allegro e positivo com’è. Adesso può concentrarsi su altro: sulla sua famiglia, sulla costruzione della sua casa, sulle sue fondamenta e sui suoi sponsor. Non ha più lo stress di accumulare tensione prima dei tornei.
Sono sicuro che lo apprezzerà. Perché il problema non è mai stato il tennis stesso. Probabilmente avrebbe giocato fino a 100 se avesse potuto”. Luthi ha poi rivelato di aver incontrato l’ex numero uno un paio di volte a Dubai, ma di non essere riuscito ad accompagnarlo a Wimbledon: “Sì, mi ha chiesto se volevo accompagnarlo.
Siamo ancora in contatto anche per altre cose. Tramite lo sponsor Uniqlo, ad esempio, o per la Laver Cup, e quest’anno ci siamo già incontrati due volte a Dubai. Una volta, quando ero in vacanza lì”. Infine, Luthi ha spiegato che i contatti con Federer non sono più regolari, visto che il 20 volte campione Slam è spesso in viaggio: “Ci siamo incontrati di recente tramite Facetime perché era il compleanno delle sue due figlie.
Altrimenti i contatti sono irregolari. Roger è ancora spesso in viaggio. Ha ancora una vita speciale”. Dire addio al tennis per Roger Federer è stata sicuramente una decisione tanto sofferta quanto inevitabile. Le lacrime versate mano nella mano con Rafael Nadal nella sua ultima apparizione alla Laver Cup 2022 sono l’immagine emblematica del difficoltà per il maestro svizzero ad appendere la racchetta al chiodo, a dimostrazione di quanto questo sport significasse per lui.