Novak Djokovic risponde agli haters con una frase di Kobe Bryant (Fornita da Sport World News)
“Il Kosovo è il cuore della Serbia. Fermiamo la violenza!” Con questo messaggio, Novak Djokovic è diventato un veicolo di pace verso il nord del Kosovodove recentemente sono tornate a crescere le tensioni interetniche e sono scoppiati scontri tra le truppe della KFOR (forza militare internazionale guidata dalla Nato incaricata di riportare l’ordine e la pace in Kosovo – ndr) e manifestanti serbi contrari ai nuovi sindaci di Etnia albanese, eletto nei quattro maggiori comuni del nord a maggioranza serba. Un messaggio che ha suscitato forti critiche a Djokovic da parte di chi lo accusa di sfruttare la sua popolarità per veicolare slogan politici.
Da parte sua, la star serba ha utilizzato un’intervista con Sasa Ozmo di Tennis Majors per chiarire ulteriormente la sua posizione, citando anche il suo amico, il compianto Kobe Bryant:”Non mi stupisco degli attacchi che ho ricevuto, sarebbe strano il contrario.
Come ha detto Kobe, gli hater sono un grosso problema da avere. Nessuno odia il bene, ma il più grande.”
Novak Djokovic: “Sono autentico”
La scritta alla telecamera di Novak Djokovic al termine della vittoria contro Aleksander Kovacevic nel suo primo turno al Roland Garros 2023 ha infiammato le polemiche sui social e non solo. chiarire il suo gesto: “Non sono un politico e non intendo entrare in un dibattito politico.E’ una questione molto delicata.
Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto maleT. Questo è il minimo che posso fare. Sento la responsabilità, come personaggio pubblico, indipendentemente dal campo, di mostrare il mio sostegno, soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo. Non so cosa accadrà in futuro per serbi e kosovari, ma è necessario per mostrare supporto e unità in questo tipo di situazione”. avere qualsiasi tipo di emozione di questo tipo e io cresco i miei figli secondo questo modo di fare. L’odio è un’emozione orrenda.
Non cambierei nulla nella mia vita perché ho fatto tutto al meglio delle mie capacità in quel momento. Sì, ho commesso molti errori, ma almeno ero autentico, ero me stesso. Ho scelto di essere così, di non rispettare lo standard dell’establishment”.