Diplomazia dietro il potenziale ritorno di Neymar al Barcellona: segreti sauditi svelati (fornito da Sport World News)
In quello che potrebbe essere uno dei trasferimenti calcistici più non convenzionali di sempre, Neymar Jr., un tempo gioiello della corona del Paris Saint-Germain (PSG), potrebbe rivedersi con i blu e rossi del Barcellona in questa stagione. Ma questa volta, lo spettacolo non riguarda solo il calcio; si tratta di diplomazia, affari e influenza.
Un accordo complesso con il coinvolgimento saudita
Secondo Catalan Sport, il fulcro di questa mossa audace non si trova in Europa, ma nel deserto dell’Arabia Saudita. Un club sconosciuto dell’Arabia Saudita presenterà un’offerta ufficiale per Neymar.
Tuttavia, piuttosto che trasferire la stella brasiliana in Medio Oriente, hanno in programma di mandarlo in prestito di un anno al Barcellona, sottoscrivendo una parte del suo sostanzioso stipendio attraverso accordi commerciali. La mente dietro questa intricata operazione è l’agente Pini Zahavi.
A maggio, Zahavi, insieme al presidente del Barcellona Joan Laporta, ha visitato la nazione araba, che si presume abbia gettato le basi per questo potenziale trasferimento.
?? ¡Neymar podría acabar en el Barça vía Arabia Saudí!
?? Un club saudita podría firmar al brasileño
? Y cederle una sola temporada al Barçahttps://t.co/lAUA0fJuZr — Diario SPORT (@sport) 8 agosto 2023
La danza finanziaria intorno allo stipendio di Neymar
Anche per un club della statura del Barcellona, la paga di Neymar è un ostacolo.
Con guadagni che superano i 22 milioni di euro netti a stagione e bonus aggiuntivi, il Barcellona sarebbe pronto per l’incredibile cifra di 51 milioni di euro solo per lo stipendio annuale di Neymar. Date le attuali restrizioni finanziarie del Barcellona, una tale spesa è impensabile senza aiuti esterni. Pertanto, il coinvolgimento del club saudita non serve solo da punto di partenza per l’eventuale ritorno di Neymar in Spagna.
Il loro supporto verrebbe attraverso contratti commerciali, che potrebbero anche culminare in un’amichevole, fornendo ulteriori flussi di entrate. Tuttavia, l’iniziale esitazione di Neymar nei confronti dell’idea è comprensibile. Anche se un anno al Barcellona potrebbe tentarlo, il successivo obbligo di giocare per due anni nel campionato saudita, destinazione calcistica meno conosciuta, potrebbe essere meno allettante.
Diplomazia sul campo di calcio
Ma c’è una piega in questa commedia.
I rapporti sono gelidi tra il Qatar, che possiede il PSG, e l’Arabia Saudita. Se dovesse concretizzarsi un trasferimento, non si tratterebbe solo di calcio, ma di una narrazione più ampia di geopolitica e soft power. .
Mirava a promuovere la cooperazione e, forse, ad aprire un percorso affinché una delle più grandi stelle del calcio potesse svolgere un ruolo in quella narrativa.