Boris Becker: “Capisco i motivi dell’infortunio di Carlos Alcaraz!” (Fornito da Sport World News)
L’attesissimo match tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, valido per le semifinali del Roland Garrosall’altezza delle aspettative solo nei set iniziali, in cui c’è stato grande equilibrio e grande tennis.
Anche se il terzo set sembrava destinato a proseguire in modo altrettanto entusiasmante, il match ha preso una piega inaspettata quando il numero uno del mondo ha interrotto improvvisamente la partita sull’1-1 a causa di forti crampi. La prestazione dello spagnolo da quel momento in poi è stata pesantemente condizionata dai problemi fisiciche gli ha impedito di essere competitivo, ma non di finire comunque la partita.
Alcaraz ha vinto solo una partita da allora, prima che Djokovic ottenesse una vittoria per 6-3, 5-7, 6-1, 6-1 per passare alla finale.
Secondo Becker ci sono ragioni dietro i problemi fisici di Alcaraz
Boris Beckerleggenda del tennis tedesco, in un’intervista ai microfoni di Eurosport, ha spiegato i motivi dei crampi ad Alcaraz e della conseguente sconfitta.
Secondo il sei volte campione Slam, l’intensità di Djokovic nelle prime fasi del match ha sorpreso il Murciano: “Ci sono molte ragioni per cui Novak ha vinto e Carlos ha perso. Il fisico parte dalla testa. Penso che l’intensità che Novak ha portato dal primo pallone abbia sorpreso Carlos.
Non me l’aspettavo così.” Poi ha continuato la sua tesi: “Secondo me correva troppo. Raramente ho visto un giocatore in grado di raggiungere così tanti palloni. Dico risparmia la tua energia, lasciala andare quando il punteggio è 40-0 o 40-15.
Novak lo ha capito”, ha aggiunto. Secondo Becker, la decisione dello spagnolo di non allenarsi nei giorni di riposo potrebbe aver contribuito a un calo di forma. “Anche questo mi ha preoccupato: Carlos non si è allenato nei giorni di riposo negli ultimi 10 giorni.
Può essere fatto occasionalmente, ma quando questa è la routine, c’è un po’ di mancanza di forma fisica”. Carlos dovrebbe tornare per la prossima stagione sull’erba.
